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I vini dell’Oltrepò: la tradizione del territorio

Nel nostro territorio troviamo una vasta scelta di vini che soddisfano tutti gli abbinamenti enogastronomici a partire dall’antipasto per arrivare al dolce. In Lombardia non troviamo solo risaie e frumento, se alziamo lo sguardo verso l’orizzonte troviamo le morbide ed armoniose colline dell’Oltrepò Pavese che da sempre sono zone viticole suggestive.

La tradizione dei nostri vini

I più rappresentativi sono Barbera, Pinot Nero, Riesling e Croatina ma possiamo aggiungere anche Uva Rara, Ughetta/Vespolina, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Cortese Bianco, Moscato, Malvasia e anche Müller-Thurgau.
Non dimentichiamoci dell’Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG e del valore qualitativo delle sue bollicine, anche in versione rosè dove prende il nome di Cruasè, un marchio collettivo riservato ai soci che si identifica rosè da uve Pinot Nero.

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La Bonarda

Vitigno che occupa 3000 ettari delle nostre colline e vitigno che garantisce rossi da invecchiamento di grande qualità.
Se vogliamo un rosso che abbini la storia alla tradizione pensiamo certamente al Bonarda, DOC dal 1970 da uve di Croatina (85%-100%) insieme a Barbera, ughetta/Vespolina e Uva Rara (max 15%).

Il Riesling

Vino vianco tipico e caratteristico, il Riesling Renano o Italico: 1300 ettari, ma con un progetto in costante crescita.
Molti ettari di Italico vengono convertiti in Renano per un progetto che sta dando immense soddisfazioni dando bianchi da invec-chiamento sorprendenti.


Il Sangue di Giuda

Accattivante per il nome e la storia, unico per il suo colore nel calice è un vino rosso dolce tipico dell’Oltrepò.
È un’altra DOC carat-terizzato da Barbera (dal 25% al 65%), Croatina (dal 25% al 65%), Uva Rara, Ughetta e Pinot Nero congiutamente o disgiuntamente fino ad un massimo del 45%.

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L’Oltrepò Pavese è antica dimora della vite ed affonda in senso moderno le sue radici nel secolo scorso con il rinnovamento globale del mondo vinicolo italiano di quel periodo.

Nella storia del Pinot Nero in Oltrepò non possiamo non menzionare il lavoro intrapreso dall’allora ministro Agostino Depretis che per primo intuì la potenzialità di questo vitigno impiantato in alta collina e diede vita alla sua produzione sul territorio.
Il progetto Depretis fu così incisivo da incuriosire gli spumantisti piemontesi che videro in questa terra un ricco ed importante serbatoio per le loro aziende.

A proposito di spumante, tra i nomi dei primi produttori spunta quello del Conte Carlo Giorgi di Vistarino e quello dell’ingegner Domenico Mazza di Codevilla, il quale arrivò a progettare e produrre una bottiglia speciale per il suo spumante, in grado di resistere alle alte pressioni.
È bello vedere etichette con la scritta Champagne dell’Oltrepò, proprio per questo si parla di un possibile asse, di un patto delle bollicine italiane del Nord: Alta Langa, Trentodoc, Franciacorta, Oltrepò Pavese.