DOC: il suo significato
L’acronimo DOC significa Denominazione di Origine Controllata e identifica il secondo livello di tutela, inferiore a DOCG, nella classificazione italiana dei vini. Spesso è accompagnato o sostituito dall’acronimo europeo DOP, che significa Denominazione di Origine Protetta.
I vini con marchio sono sottoposti a regole di produzione meno severe ed hanno disciplinari meno restrittivi rispetto ai vini DOCG.
Anche le aree di produzione sono solitamente zone geografiche mediamente più ampie, ad esempio:
Valtellina Rosso DOC fa riferimento alla Valtellina, una specifica valle in Lombardia;
Trento DOC fa riferimento alla provincia di Trento.

Non è possibile acquisire il marchio senza aver intrapreso un percorso di classificazione di livello inferiore. Infatti il marchio viene riservato esclusivamente ai vini già riconosciuti IGT da almeno 10 anni.
I vini IGT che ambiscono ad acquisire il marchio devono essere di pregio, sia per le caratteristiche qualitative, sia per rinomanza commerciale acquisita. La richiesta va avanzata da almeno il 35% dei soggetti che conducono i vigneti e che rappresentano almeno il 35% della superficie vitata totale.
I vini Denominazione di Origine Controllata, prima di essere messi in commercio, devono essere sottoposti ad una preliminare analisi chimico-fisica e ad un esame organolettico che certifichi il rispetto dei requisiti previsti dal disciplinare.
Anche per questi vini è obbligatorio riportare in etichetta la dicitura completa Denominazione di Origine Controllata (oppure la dicitura europea Denominazione di Origine Protetta), ma non è obbligatorio indicare l’annata della vendemmia. Nei paesi dove vige il bilinguismo, è inoltre possibile trovare la dicitura nella lingua della minoranza locale:
- in Alto-Adige, in tedesco: Kontrollierte Ursprungsbezeichnung
- in Valle d’Aosta, in francese: Appellation d’origine contrôlée
- in Friuli-Venezia Giulia, in sloveno: Kontrolirano poreklo