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Le Grotte di Frasassi: la scoperta

L’Italia è piena di posti magnifici, mozzafiato ed unici da poter visitare e le Grotte di Frasassi, nelle Marche, rientrano tra questi. Si tratta di una meta turistica molto ambita, io ci sono stata qualche anno fa ma ci tornerei di nuovo, lo spettacolo che si è aperto davanti ai miei occhi era incredibile.

Non a caso, le Grotte di Frasassi, nel 2017 sono entrate a far parte del Patrimonio Mondiale Culturale e Naturale dell’UNESCO.

Recentemente ho fatto qualche ricerca, sono incuriosita ed affascinata dalla formazione di questi giochi di forme. Un consiglio rivolto a chi si reca a visitare le Grotte per la prima volta: munitevi di felpa ed impermeabile. L’umidità è piuttosto elevata ed il fresco si fa sentire!

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La scoperta delle Grotte di Frasassi

Nel 1948 ha avuto inizio un’accurata ricerca nella zona di Frasassi da parte del Gruppo Speleologico marchigiano di Ancona. Il 28 giugno di quell’anno Mario Marchetti, Paolo Beer e Carlo Pegorari, del Gruppo Speleologico marchigiano, scoprirono l’ingresso della Grotta del Fiume.

Cinque anni dopo, nel 1971, un gruppo di giovani speleologi di Jesi si trova davanti ad una piccola cavità da cui fuoriesce una notevole corrente d’aria. Essi lavorano per circa un mese per ampliare il passaggio fino ad oltrepassare la cosiddetta “strettoia del tarlo“, aprendosi così la visuale su circa cinque chilometri di nuove cavità. All’interno delle cavità vennero ritrovati resti di animali, conservati per millenni.

Le scoperte non finirono qui nel 1971, poichè Rolando Silvestri del Gruppo Speleologico marchigiano Club Alpino, attraversando le pendici nord del monte Vallemontagnana, si imbatté in un piccolo imbocco e con l’aiuto di alcuni amici riuscì ad aprire un varco che si affacciava su una piccola sala. Inizialmente rimasero piuttosto delusi, poi però, all’interno della sala scoprirono numerose aperture dalle quali uscivano correnti d’aria.

Dopo aver scavato per giorni, si addentrarono in una strettoia e scivolarono in direzione di un vuoto, così gettarono un sasso e capirono la profondità della Grotta del Vento. A questo punto, la cosa più difficile da fare era proprio quella di calarsi nelle profondità della grotta, ma il gruppo di speleologi si rifornì dell’attrezzatura necessaria e con grazie ad una nuova spedizione, riuscirono a calarsi nell’enorme grotta. In seguito tale grotta verrà chiamata “Abisso Ancona“.

Pensate che l’Abisso Ancona ha una grandezza di 180×120 m ed un’altezza di 200 m, il che vuol dire che con i suoi oltre 2 milioni di metri cubi, potrebbe contenere il Duomo di Milano.

I gruppi di speleologi ampliarono le ricerche, ricercando per circa due mesi una congiunzione tra la Grotta del Fiume e la Grotta del Vento, trovandola finalmente l’8 dicembre 1971. Da quel momento le meravigliose grotte diventarono un labirinto enorme di ambienti che si estende per oltre 13 chilometri.

Venne costruita una galleria artificiale lunga 200 m che portava all’ingresso della Grotta del Vento e all’interno fu tracciato un percorso di 600 m. Da questo momento le grotte erano aperte alle visite dei turisti.

Le visite

Le Grotte di Frasassi sono rimaste chiuse per un lungo periodo a causa delle restrizioni anti Covid-19, sperando la situazione migliori e che si possa tornare a visitare queste magnifiche grotte, vi lasciamo il link diretto al sito ufficiale per scoprire gli orari e i costi dei biglietti e delle diverse visite speleologiche che si possono svolgere.