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Università degli Studi di Pavia: storia e prestigio

L’Università degli Studi di Pavia è un’università statale italiana fondata nel 1361 ed è fra le più antiche in attività. 825 e 1361 sono gli anni fondamentali che segnano la nascita dell’Ateneo più antico della Lombardia.

La storia dell’Università di Pavia

Nell’825 l’imperatore Lotario proclamò nel palazzo reale di Corteolona il Capitolare Olonense – che costituì Pavia capitale del Regno d’Italia – la Schola Papiense, una Scuola di Diritto, Retorica ed Arti Liberali del trivio (grammatica, retorica e dialettica) e del quadrivio (aritmetica, geometria, astro-nomia e musica) ereditando la tradizione della scuola di diritto fondata dall’imperatore romano Teodosio I. In contemporanea presso Palazzo Reale, la sede del Tribunale Supremo, fu istituita una scuola giuridica.

Nel 1361 dopo la conquista del Ducato di Milano da parte della città, Galeazzo II, vicario imperiale, ottenne da parte dell’imperatore Carlo IV di Lussemburgo il decreto di fondazione dello Studium Generale.
Lo Studium era costituito da due Università distinte: dei giuristi (Diritto Civile e Canonico) e degli artisti (Medicina, Filosofia e Arti Liberali. Nel 1389 lo Studium venne autorizzato da papa Bonifacio IX all’esercizio dell’insegnamento teologico.

La rinascita dell’ateneo avvenne nella seconda metà del 1700 grazie ai sovrani austriaci Maria Teresa d’Austria e Giuseppe II d’Asburgo-Lorena, i quali ispirati dai principi dell’assolutismo illuminato apportarono rilevanti riforme amministrative e permisero la nascita della Scuola anatomica pavese. Tra il XVIII e il XIX secolo l’ateneo divenne uno dei migliori d’Europa, contando su accademici come Alessandro Volta (che ricoprì anche la carica di rettore), gli anatomisti Antonio Scarpa e Lazzaro Spallanzani, il matematico Lorenzo Mascheroni e nel 1777 si laureò Maria Pellerina Amoretti, prima donna laureata in Giurisprudenza in Italia.

Nei primi anni del ‘900 l’Università di Pavia fu il primo ateneo a ricevere il Premio Nobel Camillo Golgi, medico e istologo. Nel 1935 per raggiungere gli istituti universitari fu attivato un apposito prolungamento della linea tranviaria cittadina. Dopo la Seconda Guerra Mondiale l’Università ha conosciuto un nuovo rilancio grazie all’energia e all’iniziativa dell’allora rettore Plinio Fraccaro. Negli anni ’70 si sono aggiunte le facoltà di Economia e Commercio e di Ingegneria, mentre negli anni ’80 l’ateneo assunse la sua attuale struttura. È stato creato un vero e proprio campus che oggi ospita laboratori di ricerca, laboratori didattici ed uffici di diversi corsi di laurea.

L’Università conserva alcune aule storiche restaurate che vengono utilizzate tutt’oggi per convegni e sedute di laurea.

Aula Foscoliana: costruita nel 1775 su progetto di Piermarini è stata l’aula magna delle facoltà di medicina e giurisprudenza. Sulla parete di fondo si trovano due tele ad olio che ritraggono Maria Teresa d’Austria e il figlio Giuseppe II, realizzati a Vienna nel 1779.

Aula Scarpa: voluta da Antonio Scarpa, è un teatro anatomico. Il primo progetto fu redatto da Piermarini seguito poi da quello di Pollack. La forma semicircolare su gradinate permette agli studenti di assistere alle lezioni di anatomia sulla dissezione dei cadaveri. Scarpa fu il primo a comprendere il collegamento stretto tra medicina e chirurgia e proprio per questo sopra la cattedra troviamo una vela centrale sulla quale due uomini rappresentanti medicina e chirurgia si stringono la mano in segno di riconoscenza.

Aula Volta: l’aula in cui Alessandro Volta svolse il suo insegnamento e i primi esperimenti sull’elettricità. Voluta da Giuseppe II che affidò il progetto a Pollack ha la forma di un anfiteatro.