oltrepò pavese

L’Oltrepò Pavese: tra storia e vino

L’Oltrepò Pavese nacque ufficialmente nel 1164, nel momento in cui Federico I concede alla città di Pavia di poter nominare i consoli nel territorio agreste a questa pertinente. La concessione dell’imperatore non sottrae queste terre ad un periodo di scontri tra le città guelfe di Tortona e Piacenza ed una Pavia ghibellina.


Queste terre, compresa Pavia, caddero nel 1359 sotto la dominazione dei Visconti di Milano ed in seguito degli Sforza.
Nel 1499 il territorio pavese prese la qualifica di Principato di Pavia, ampliando il numero di comuni, controllati da antichi signori locali diventati nuovi feudatari pavesi ed infine la nuova nobiltà fedele ai duchi di Milano.

La storia dell’Oltrepò Pavese

Dalla fine del XV secolo e per i successivi 100 anni l’Oltrepò Pavese divenne un calderone di feudi locali tra cui ricordiamo per importanza i Malaspina e i Del Verme. Queste giurisdizioni separate godono di piena indipendenza fino all’abolizione dei feudi imperiali nel 1797. Da quel momento fino ai tempi odierni segue una storia ricca e movimentata che vede l’Oltrepò passare sotto il dominio spagnolo nel 1535 e sotto quello austriaco nel 1713 per tornare sotto i Savoia che ne garantiscono la massima fioritura economica e culturale.

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L’Oltrepò Pavese ha ospitato tribù di Galli e Liguri, fino all’arrivo dei Romani, la sua storia va di pari passo con la storia del vino e della viticoltura presente sul territorio. La presenza delle viti sulle nostre colline risale ad epoche antiche come conferma il tralcio di vite fossile che risale ai tempi preistorici, conservato presso il museo di Casteggio.


Gli Etruschi durante la loro espansione nel VI secolo a.C. portarono la coltura della vite nella Pianura Padana con l’introduzione della vitis sativa, ossia l’allevamento della vite e della viticoltura.
I metodi di coltivazione all’epoca erano due: quello di tradizione greca a ceppo basso e con sostegno morto e quello di influenza etrusca con ceppo alto e sostegno vivo. Grazie al metodo etrusco vennero valorizzate le specie selvatiche locali facendo una selezione dei vitigni.

La prima testimonianza del vino dell’Oltrepò arriva dallo storico greco Strabone che passando di qui nel 40 a.C. disse “vino buono, popolo ospitale e botti di legno molto grandi”.
Quando i Longobardi scelsero Pavia come capitale del loro regno il territorio fu sottoposto ai monaci dell’Abbazia di San Colombano a Bobbio. Nel VIII secolo la Regina Teodolinda concesse alcuni terreni confinanti al gruppo di monaci irlandesi erranti guidati da San Colombano, dando vita così al Monastero di Bobbio, il più importante centro di produzione di libri del Nord Italia

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Il Medioevo e l’Età Moderna sono stati periodi duri per le famiglie nobiliari dell’Oltrepò Pavese che sono state protagoniste di numerosi scontri, come testimoniato dai castelli che punteggiano le colline tra cui Zavatarello, Oramala, Montecalvo, Montalto, Cigognola e tanti altri.

La nascita commerciale e produttiva dell’Oltrepò Pavese risale all’800 e nel rinnovamento del mondo vinicolo dopo l’attacco di fillossera che ha portato gravi danni a tutta la viticoltura. Nel 1884 la zona vantava 225 vitigni contro la dozzina presente attualmente.

Un lungo percorso che ci ha portato fino ad oggi, dal ‘900 sono nate le prime forme associate di viticoltori, in particolare nel 1902 nacque la Cantina Sociale di Montù Beccaria – la prima – e nel 1905 quella di Santa Maria della Versa, nel 1906 seguirono San Damiano al Colle e Canneto Pavese. Più tardi nacquero Casteggio, Retorbido e Torraza Coste, nel 1909 Stradella e solo nel 1931 Codevilla.