La cucina fa assaporare realmente tutti i sapori di un territorio, come ci insegnava Mario Soldati nel 1957 durante le puntate del suo Viaggio nella Valle del Po, dodici puntate in cui viene eseguito il primo reportage enogastronomico nel nostro Paese. Attraverso i prodotti e le ricette padane si raccontavano storia, tradizioni, natura ed economia lungo il fiume Po, il più importante del Paese a molti ancora sconosciuto.
Il fiume Po: tutto da scoprire
Il corso del fiume Po ha un tracciato di 652km, attraversa 13 province e 4 regioni, quindi potrete trovare un’ampia scelta di cucina estremamente varia e dalle infinite sfumature. L’esempio più evidente è quello della pasta ripiena che varia dagli agnolotti, ai ravioli, ai tortellini. Il fiume Po merita sempre un saluto e come possiamo rileggere dagli scritto di Gianni Brera “La verità è che padre Po è un sacramento di fiume incostante e capriccioso. Dopo l’ amplesso con il Ticino assume l’ aspetto d’ un inquieto serpentone dalle larghe e inutili spire. Ed è un padre ubriacone e malignazzo, per via delle troppe colline da vino che lambisce”.
Idrovolante – Torino
Il Parco del Valentino è sicuramente un plus di Torino, con la possibilità di lunghe passeggiate e locali di ogni tipo. Questo, ricavato dal più vecchio imbarcadero della città, è diventato un posto curato – con terrazza sul fiume – dove si mangiano piatti tipici piemontesi, senza esercizi di stile e in porzioni abbondanti. La pasta è fatta in casa, buona la cantina.
Osteria Amarotto – Casale Monferrato (Alessandria)
Nel centro cittadino con il Po che scorre a quindici minuti di passeggiata, un ambiente familiare che da oltre 80 anni serve una solida cucina regionale, garbatamente rivisitata: vitello tonnato, agnolotti quadri al sugo d’arrosto, fritto misto alla piemontese. Tra i dolci fatti in casa, sono buonissimi i crumiri. Attenta la selezione di vini del territorio.
Trattoria Tre Merli – Morano sul Po (Alessandria)
In mezzo alle risaie, a dieci minuti di auto dal Po, un locale accogliente dove il tempo sembra essersi fermato: la saletta a pianterreno (in foto) è bellissima, una più grande si trova al piano superiore. Concordate il menu durante la prenotazione e puntate sempre sulle specialità del posto quali lumache, rane, panissa, pesce in carpione. Piccola ma non banale la cantina.
Trattoria San Giovanni – Piacenza
Piacenza è sfiorata dal Grande Fiume, dal centro bastano dieci minuti di auto (o una mezz’oretta a piedi) per ammirarlo. Un approdo sicuro in città è questa osteria contemporanea che tiene viva la tradizione piacentina, soprattutto in inverno, e divaga un po’ in estate. Materia prima sempre curata, ricca carta dei vini (anche naturali e biodinamici).
La Finestra sul Po – Monticelli d’Ongina (Piacenza)
È proprio davanti al fiume Po, con una grande vetrata che guarda il Po e i tavolini all’aperto quasi sull’acqua. Cucina piacentina rivisitata in chiave contemporanea, dai classici salumi al filetto di storione – che sul fiume non può mancare – alla faraona disossata e ripiena. Giulia Zangrandi (ex consulente nella finanza) e il fratello Nicola (architetto), hanno lasciato le loro precedenti occupazioni e insieme a tutta la famiglia hanno ristrutturato con mobili d’antan e materiali locali un vecchio ristorante nato nell’antica stazione di posta. Ora è osteria e anche locanda, con 10 stanze per dormire sul Grande Po.
Antica Trattoria Cattivelli – Monticelli d’Ongina (Piacenza)
Isola Serafini è l’unico lembo circondato dal fiume Po con residenti: la famiglia Cattivelli gestisce questa bella osteria da tre generazioni, tenendo sempre dritta la barra verso i prodotti della Bassa (cacio del Po, anguilla e lucioperca) e le ricette piacentine con pisarei e fasò, tortelli con la coda e carni da cortile. Dolci curati e una cantina importante.