Il villaggio industriale Crespi d’Adda è una fotografia della vita di inizio Novecento, si trova in provincia di Bergamo e testimonia la storia di un visionario.
Si tratta della seconda destinazione di turismo industriale più visitata in Italia dopo il museo Ferrari a Maranello. Il cambiamento fondamentale è avvenuto dopo il 1991, fino a quel momento considerato un luogo poco attraente e degradato, è diventato un perfetto esempio di modello di gestione culturale ed economica nato da un’antica fabbrica, che a sua volta fu un modello industriale di successo.
Crespi d’Adda: il sogno di un visionario
Il complesso della filatura e tessitura Crespi fu fondato nel 1876 in provincia di Bergamo. Rappresentava un’azienda moderna per gli standard dell’epoca, si a livello di macchinari innovativi sia per il fatto che furono i primi a produrre denim. Ancora presente l’edificio principale, insieme ai bagni pubblici con piscina, una centrale idroelettrica e una città costruita attorno.
Cristoforo Benigno Crespi fu il visionario fondatore di Crespi d’Adda, imprenditore e innovatore che riteneva necessario prendersi cura dei suoi operai per il bene dei suoi affari. Crespi non assicurò solo posti di lavoro, ma anche una qualità della vita elevata rispetto agli standard dell’epoca dotando le case dei dirigenti e la città di un impianto elettrico, nel 1892 portò la prima linea telefonica privata d’Italia.
Gli operai a Crespi d’Adda avevano diritto ad un’assistenza medica gratuita e i figli ad un’istruzione pagata, ma soprattutto fornì loro una casa costruendole apposta, erano case ariose, moderne, con giardino ed orto e l’affitto molto conveniente veniva detratto dalla busta paga.

Il 2025 a Crespi d’Adda
Esattamente 30 anni fa alcuni cittadini, preoccupati che questo luogo venisse dimenticato e danneggiato, decisero di fare una telefonata all’UNESCO ed una serie di circostanze fortunate portò Crespi d’Adda a diventare patrimonio dell’umanità nel 1995. Il riconoscimento dell’UNESCO ha aiutato il villaggio a riprendere vita, ma il vero risveglio culturale avvenne con Giorgio Ravasio, fondatore dell’omonima fondazione che lo ha fatto diventare un luogo in cui la cultura è fonte di lavoro.
È possibile visitare il villaggio sia in autonomia sia con una guida (al costo di 6€), all’interno della ex scuola troverete un museo che fornisce una buona introduzione sulla storia dell’epoca.